"In Europa ci sono già i presupposti per l'esplosione di un conflitto sociale. Questo è il seme del malcontento, dell'egoismo e della disperazione che la classe politica e la classe dirigente hanno sparso. Questo è terreno fertile per la xenofobia, la violenza, il terrorismo interno, il successo del populismo e dell'estremismo politico."

giovedì 9 gennaio 2020

Il futuro dell'UE: siamo destinati al conflitto?



Una sempre interessante ed attuale dichiarazione (2015) di George Friedman - fondatore del think-tank americano Stratfor (Strategic Forecasting) e del Chicago Council on global affairs - a proposito del destino geopolitico dell'Unione Europea, fra interessi USA e Russia.
Il ruolo della Germania (e dell'Ucraina) e il futuro instabile della pace nel nostro continente.

Qui alcuni passi della dichiarazione, tratti dalla traduzione di comedonchisciotte.org:

Sull’Europa.
“L’Europa non sarà implicata in grandi guerre come prima ma seguirà lo stesso destino degli altri paesi: avranno le loro guerre. Non ci saranno più centinaia di migliaia di morti ma l’idea di una ‘esclusività europea’ a mio avviso la condurrà a delle guerre. Ci saranno dei conflitti in Europa. Ce ne sono già stati, in Yugoslavia, e oggi in Ucraina.
“Quanto ai rapporti con gli Stati Uniti, non abbiamo relazioni con l’Europa. Abbiamo rapporti con la Romania, ne abbiamo con la Francia . Non esiste una ’Europa’ con cui gli Stati Uniti avrebbero rapporti. Se interrogate un polacco, un ungherese o un romeno, si sviluppano in un mondo totalmente diverso da un tedesco o da uno spagnolo, non ci sono punti in comune in Europa”.
Sulla geopolitica americana.
“L’estremismo islamico è un problema per gli Stati Uniti ma non rappresenta una minaccia. La questione primaria per gli Stati Uniti, per la quale facciamo delle guerre da un secolo (guerre mondiali I e II, guerra fredda), è la relazione fra Germania e Russia. Perché uniti rappresentano la sola forza che potrebbe minacciarci, e bisogna fare attenzione che non ci si arrivi”.
“Gli Stati Uniti controllano tutti gli oceani, di conseguenza possiamo invadere ogni paese al mondo mentre nessuno può invaderci, ed è una bella cosa”
“Mantenere il controllo del mare e dello spazio è la base del nostro potere”.
“Il miglior modo per vincere una flotta nemica è impedire che venga costruita. I britannici riuscirono ad assicurarsi che nessuna potenza europea potesse averne una facendo in modo che si dilaniassero fra loro”.
“Gli Stati Uniti non possono intervenire in tutta l’Eurasia, dobbiamo essere selettivi. Però possiamo fare alcune cose: dapprima sostenere i diversi poteri rivali, fornendo sostegno economico, politico, economico, anche militare in modo che si concentrino su loro stessi; poi, come ultima ratio, prendere delle misure di disorganizzazione”.
“La politica che raccomando è finanziare entrambe le parti in modo che si battano l’una con l’altra. E’ cinico, non è molto morale, ma funziona.
L’obiettivo non è vincere il nemico ma destabilizzarlo.
La destabilizzazione è il vero scopo delle nostre azioni estere. Non instaurare una democrazia. Una volta destabilizzato un paese, dobbiamo dire ‘missione compiuta’ e tornarcene a casa.
(E’ quel che stupidamente non abbiamo fatto subito in Afghanistan)".
“In quanto Impero, non possiamo occupare l’intera terra, e nemmeno l’Eurasia. Non avremmo i numeri.
I Romani [del resto] non hanno inviato in giro grandi armate, hanno piazzato dei governatori pro-Romani.
Gli Imperi che controllano direttamente i territori, si estinguono, come il caso dell’Impero nazista. Nessuno è in grado di farlo, bisogna mostrarsi più intelligenti”.
A proposito di Ucraina
“Il Generale Hodges comandante dell’armata americana in Europa, si è recato in Ucraina per annunciare che gli addestratori americani vi andranno ormai ufficialmente e non più ufficiosamente.
Il Generale ha dato delle medaglie ai combattenti ucraini, cosa che normalmente non è in grado di fare perché è riservata ai militari americani, ma l’ha fatto per mostrare che era il suo esercito”.
“Ci stiamo posizionando in tutti i paesi dell’Est europeo, approfittando della loro russofobia. Il generale Hodges è andato nei paesi Baltici per annunciare che verranno dispiegati blindati, e artiglieria pesante in quei paesi e in Polonia, Romania, Bulgaria.
Ovviamente agiamo al di fuori del quadro NATO, qualcuno potrebbe opporsi, i Turchi per esempio".
A proposito di Russia.
“Per la Russia lo status dell’Ucraina è una fatto esistenziale: non possono lasciar perdere.
La questione per i russi è sapere se riusciranno a mantenere una zona neutrale cuscinetto, o se l’Occidente vi penetrerà così profondamente da ritrovarsi a 100 km da Stalingrado e a 500 km da Mosca.
Per gli Stati Uniti la questione è: dove si fermeranno i russi? Di qui l’annuncio del generale Hodges sulle armi che saranno dispiegate dal Baltico al mar Nero”.
“Il nostro scopo è creare un cordone sanitario intorno alla Russia.
Questa è la soluzione per gli Stati Uniti”.
La Russia lo sa. Gli Stati Uniti hanno messo le loro carte sul tavolo.
La domanda a cui non abbiamo risposta è: cosa farà la Germania?”
A proposito della Germania.
Mentre gli Stati Uniti stendono il loro cordone sanitario e fra Europa e Russia e la Russia cerca di tirare l’Ucraina dalla sua parte, non conosciamo la posizione della Germania.
Per gli Stati Uniti la paura fondamentale è che il capitale finanziario e la tecnologia tedeschi si saldino con le risorse naturali e la mano d’opera russe.
E’ l’unica alleanza che fa paura agli Stati Uniti, cerchiamo di impedirla da un secolo.
Mentre gli Stati Uniti stendono il loro cordone sanitario e fra Europa e Russia e la Russia cerca di tirare l’Ucraina dalla sua parte, non conosciamo la posizione della Germania – che con la Russia ha relazioni particolari (per es. l’ex Cancelliere Schoeder oltre a presiedere il consorzio NorthStream è nel cda di Gazprom.
La Germania è la nostra incognita. Cosa farà? Non lo sanno nemmeno loro, i tedeschi.
E’ l’eterno problema della Germania, gigante economico, fragile a livello geopolitico. Dal 1871 la questione europea è questione tedesca”.

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