I principali servizi segreti e i nuovi scenari mondiali
PRESSENZA 23.11.2020 - Damiano Mazzotti
Aldo Giannuli è uno storico specializzato nello studio dei servizi segreti e nel 2018 scrisse un saggio profetico: “Come i servizi segreti stanno cambiando il mondo” (Ponte alle Grazie, 260 pagine).
I servizi segreti degli Stati moderni sono nati dai servizi d’informazione militari della prima guerra mondiale e sono stati istituzionalizzati a livello civile poco prima o poco dopo la seconda guerra mondiale. Poi venne la Guerra Fredda e la politica delle guerre rivoluzionarie, anche in alcuni paesi non allineati agli Stati Uniti, con risultati altalenanti per gli Usa.
Di conseguenza si affinarono due fattori decisivi: “la nozione di “strategia indiretta” e l’idea dell’uso combinato di vari strumenti di pressione nella guerra coperta, nella quale si registrava una pausa solo momentanea” (p. 26).
Negli ultimi anni i servizi segreti hanno “consolidato il ruolo strategico e di primo piano nei comandi militari” (p. 26).
Quindi si è arrivati alla concezione di “guerra asimmetrica” multiforme e proteiforme, espressa in un saggio militare cinese oramai famoso (Qiao Liang e Wang Xiangsui, sono probabilmente nomi di copertura, http://gnosis.aisi.gov.it/sito/Rivista24.nsf/servnavig/31). La guerra aerea americana attuata in Kosovo, forse non è più applicabile: “funzionò, ma servi a cinesi e russi per capire i punti deboli dell’aereo invisibile e a Gheddafi per sperimentare una tattica di combattimento per una guerra tutta aerea” (p. 125). Infatti Gheddafi morì dopo sei mesi e più di dodicimila missioni aeree, con costi spropositati (p. 148).
L’attuale dottrina militare cinese utilizza i servizi segreti come punta di diamante delle loro operazioni militari non convenzionali, che spaziano in ogni sfera umana: politica, economia, sociologia, psicologia, biologia, comunicazione, eccetera (p. 31).
Inizia così la guerra senza limiti, di spazio e di tempo, che coinvolge tutti e tutto, seguendo la regola del minimo sforzo, della minima spesa, del minimo coinvolgimento diretto e della minima visibilità operativa, e di forte impatto mediatico. Detto con le parole dei due colonnelli cinesi: “il centro di gravità dell’assalto è sempre un punto che provocherà un profondo shock psicologico nell’avversario” (citazione di p. 32).
Per quanto riguarda gli Stati Uniti si sa che “la CIA è stata dotata di una flotta di ottanta droni con i quali sono state compiute centinaia di missioni. I servizi segreti hanno sempre compiuto operazioni omicide” (p. 46). Ma la rete organizzativa più pervasiva è sicuramente rappresentata da “Echelon, che per i servizi segreti significò il sopravvento della SIGINT sull’HUMINT: l’estesa rete di intercettazioni rendeva obsolete le fonti umane, o così sembrò sino all’11 settembre 2001 quando l’ombrello di Echelon non si dimostrò in grado di cogliere i segnali dell’attentato” (a mio parere nessuno può escludere che si sia trattato di un inside job americano attuato da servizi deviati).
Naturalmente i servizi americani operano in stretta sinergia con i servizi israeliani, soprattutto nel campo dell’innovazione tecnologica nella sorveglianza e nella ricerca e sviluppo di tecnologie dirompenti: https://www.agoravox.it/Start-up-Nation-Israele-e-i.html.
“Il Mossad ufficialmente non esiste”, ma per capire le abilità estreme di questa organizzazione basta citare questo caso: il “suo agente Eli Cohen che, sotto falsa identità, riuscì a scalare le gerarchie siriane sino a entrare nel governo”. Poi fu impiccato (p. 95, naturalmente in Israele lo considerano un eroe). Il Mossad ha dato inizio alla strategia degli omicidi mirati, anche pubblicizzati, e il target killing è stato poi istituzionalizzato dagli Stati Uniti (occorre la firma presidenziale).
In Usa, nel caso di pericolo per la sicurezza nazionale, si utilizzano i droni della CIA per colpire qualsiasi persona in quasi tutto il pianeta. Quindi “la guerra è sempre anche rappresentazione e lo è ancora di più oggi, nella società dell’immagine” (p. 125). Naturalmente la politica “non è mai separabile dalla dimensione della forza, soprattutto della forza militare” (p. 126).
E veniamo alla Cina: grazie alle diramazioni economiche della globalizzazione “il sistema di intelligence cinese è uno dei più sofisticati al mondo, articolato in una complessa serie di organismi sia di partito che di Stato e di enti economici e finanziari” (p. 87). La cabina di regia quasi a senso unico del piccolo Comitato di partito, può avere vantaggi nel coordinamento a breve e a medio termine, ma può determinare una visione imprecisa nel raggiungere gli obiettivi a lungo termine, come avvenne per i nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. In ogni caso è stato lo spionaggio industriale a favorire la crescita della Cina, molto più dei bassi salari iniziali (p. 88).
Comunque alcuni paesi asiatici hanno salari molto più bassi di quelli cinesi e l’intelligence cinese si è quindi concentrata sul settore finanziario, “che ha permesso di acquisire informazioni determinanti per la politica di shopping di aziende, società finanziarie, strutture logistiche, alberghi e anche squadre di calcio” in tutto il mondo (p. 89). Però la Cina non apre alle acquisizioni straniere in patria e tutte le multinazionali non cinesi hanno vita molto dura in Cina (dal punto di vista accademico una vera multinazionale ha un capitale misto di almeno due nazioni diverse).
La Russia non è da sottovalutare, grazie alle grandi predisposizioni informatiche e diplomatiche. L’arte geopolitica russa di oggi si concentra nel “generare uno stato continuo di confusione nell’avversario: contrapporre le istituzioni fra loro, alimentare campagne fortemente divisive, disorientare l’opinione pubblica… alimentare le sfiducia degli investitori stranieri, suscitare scandali nella classe di governo” (p. 81, però tutto queste operazioni vengono fatte da molti Stati).
Bisogna tenere presente che in varie regioni del mondo, dal 2014 al 2017, ben sei ambasciatori russi e una quarantina di personalità russe, sono morte in circostanze più o meno strane (p. 121).
Negli ultimi anni non sono nate alleanze geopolitiche solide, ma banali coalizioni provvisorie basate su alcuni interessi nazionali: “ci sono solo convergenze occasionali e parziali, destinate a lasciare subito il passo a nuove convergenze opposte alle precedenti.
Forse non è un caso che, dopo il crollo dell’URSS e del connesso Patto di Varsavia, non sono nate altre alleanze politico-militari plurilaterali” (p. 71). Anche per questo genere di motivi i servizi informativi del Vaticano possono risultare molto più aggiornati e più monitorati di quelli di molti grandi Stati. D’altra parte esiste anche il “ruolo dell’intelligence negli scontri monetari e fiscali fra Stati” (p. 249).
Oggi il ruolo dei servizi segreti supera quello della diplomazia, attraverso “la diplomazia coperta dei servizi. Il compito dei servizi, fra patti incrociati, confluenze parziali, divergenze momentanee, alleanze posticce, giochi trasversali, doppie lealtà e tripli giochi, appare quanto mai esposto al rischio di effetti contro intuitivi, con esiti assolutamente opposti a quelli auspicati” (p. 72).
A volte il creare il maggiore numero di crisi possibili allo Stato avversario, significa scatenare una serie di conseguenze impensabili, con danni incalcolabili a livello internazionale quasi per tutti.
Io non ho molto da aggiungere. I nuovi scenari mondiali sono già operativi davanti ai vostri occhi. L’attuale epidemia virale è al 90 per cento una colossale interrelazione dell’azione di vari servizi segreti, più o meno controllati centralmente dagli Stati (https://usrtk.org/biohazards-blog-index; https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpubh.2020.604339/full).
L’utilizzo anomalo dei Test Covid-19 è determinante nell’aumentare i positivi: https://swprs.org/the-trouble-with-pcr-tests.
Per fortuna “una delle grandi trasformazioni dell’intelligence dei nostri giorni è stato il passaggio dal dover custodire la sicurezza dello Stato al dover custodire la sicurezza dei cittadini” (p. 251). Ma a livello digitale gli aggressori sono avvantaggiati rispetto ai difensori (Alessandro Curioni, https://www.ilsussidiario.net/autori/alessandro-curioni). Inoltre l’informazione mediatica manipolata dai servizi segreti tende a diventare estremamente emotiva e più deformante della realtà, già di per sé predisposta ad essere osservata in maniera narcisistica e limitata. Nascono così le fake news più pericolose, spesso al servizio di una casta di burocrati “a cavallo fra servizi statali e servizi privati, e con carattere transnazionali: i capitalisti dell’informazione. Un potentissimo gruppo di pressione fra politica, finanza e industria e, per di più, quasi invisibile” (p. 258).
E anche Wall Street ha bisogno di vari informatori molto specializzati: https://www.kroll.com/it-it/centro-informazioni/pubblicazioni; http://www.agoravox.it/I-padroni-del-mondo-La-cupola,53846.html, http://www.agoravox.it/La-lista-Falciani-la-caccia-grossa.html.
Aldo Giannuli è nato nel 1952, è ricercatore in Storia contemporanea presso l’Università di Milano e ha scritto molti saggi. Per approfondimenti: http://osservatorioglobalizzazione.it/chi-siamo (un team di giovani ricercatori); www.aldogiannuli.it/universita; www.ibs.it/libri/autori/aldo-giannuli.
Nota storica – Pietro Ratto ha sintetizzato mille anni di storia non ufficiale in un video e in un libro del 2017: https://www.youtube.com/watch?v=LS3ndgSXmFM. In effetti non esiste solo la storia ufficiale. Le vie per attuare un controllo politico passano dal controllo dell’economia e della finanza, come ha confessato il consulente John Perkins: http://www.agoravox.it/La-breve-storia-segreta-dell.html (www.affaritaliani.it/politica/geopolitica/bilderberg-cina-intelligenza-artificiale-608495.html). Nel 1989 in Germania, dopo il crollo del Muro di Berlino, ci fu l’omicidio che ha cambiato il destino della Germania e dell’Europa: https://it.wikipedia.org/wiki/Alfred_Herrhausen; https://www.startmag.it/mondo/herrhausen-il-mistero-geopolitico-che-cambio-leuropa; https://www.vistosulweb.com/mistero-morte-presidente-deutsche-bank. A questa morte bisognerebbe aggiungere anche quella dello svedese Olof Palme (uno strano mistero svedese): https://it.wikipedia.org/wiki/Olof_Palme; https://www.doppiozero.com/materiali/la-morte-di-olof-palme-e-le-folli-verita-di-stieg-larsson; www.ilpost.it/2016/02/28/assassinio-olof-palme.
Nota illuminante – Daniel Estulin è una persona che è stata ben inserita nei meccanismi occultati del potere: https://toba60.com/daniel-estulin-coronavirus-come-arma-di-passaggio-al-sesto-paradigma-tecnologico; https://twitter.com/estulindaniel?lang=it; https://vipwebinars.org; https://english.danielestulin.com; https://www.eprice.it/libri-vari-ARIANNA-EDITRICE/d-7765670; http://www.comelavitaquandotisorride.com/blog/stressato-ogni-giorno-c-e-lo-zampino-dell-istituto-tavistock; http://www.agoravox.it/Benvenuti-al-club-Bilderberg.html (riflessioni del 2011).
Nota per chi può capire – Essere cinese oggi: https://www.fortuneita.com/2020/10/15/leonardo-liu-xiaomi-ecco-come-ci-prepariamo-al-5g; www.biennaletecnologia.it/ospiti/zhang-daogen. Per approfondimenti generali di storia molto moderna: http://www.agoravox.it/WikiLeaks-vs-Google-la-prodigiosa.html. Uno dei segreti di Napoleone consisteva nel riuscire a far marciare le sue truppe separatamente, anche da luoghi molto lontani, riuscendo a riunirle, al bisogno, quasi contemporaneamente, per farle colpire unite. Oggi tutto questo può essere affinato a livello mediatico, digitale e satellitare (https://www.americansecurityproject.org; esperta di tecnologie varie: www.biennaletecnologia.it/ospiti/malavika-jayaram; https://twitter.com/maljayaram, https://cyber.harvard.edu/people/mjayaram). Link ad uso e consumo dei giornalisti meno famosi e più curiosi: https://ecfr.eu/council (European Council on Foreign Programmes Relations).
Nota polemologica – “Nessuno dotato di senno comincia una guerra senza aver prima ben chiaro in mente cosa vuole ottenere con questa guerra e come vuole condurla” (von Clausewitz, in Eravamo giovani in Vietnam, Piemme, 2002, p. 358, oltre un milione di copie vendute). Riporto inoltre alcune riflessioni: “Amare il potere è desiderare proprio la cosa che ci domina e ci sfrutta” (Michel Foucault); “Il potere economico può essere quasi altrettanto pericoloso che la violenza fisica” (Karl Popper, in Il richiamo della tribù di Mario Vargas Llosa, Einaudi, 2019, p. 124); “Ci vantiamo di essere divenuti più umani; e tuttavia i popoli più arretrati non potrebbero che guardare con orrore a una civiltà che, mentre permette ai ricchi di crogiolarsi nella ricchezza, lascia morire di fame i più poveri” (Edward Carpenter, 1889; citato dall’etologo francese Pierre Jouventin nel libro Per un’ecologia del vivente, 2019, a p. 79); Infine vi lascio queste citazioni: “I dogmi sono giocattoli che divertono solo bambini incapaci di ragionare” (Helena Petrovna Blavatsky); “In guerra la prima vittima è la verità” (Eschilo); La guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi (https://www.filosofico.net/clausewitz.htm); “L’attacco cyber è la pistola ideale per il delitto perfetto nella guerra tanto politica quanto economica” (Giannuli, p. 140); “Se si utilizza la guerra digitale insieme a quella biologica si può resettare la natura umana” (Amian Azzott).
Nota non polemologica – Negli ultimi anni sono nate alcune società con la missione di insegnare le tecniche di lotta sociale non violenta: https://www.aeinstein.org (Albert Einstein Institution; Gene Sharp, www.agoravox.it/Rivoluzioni-rivoluzionari-e.html); https://canvasopedia.org/about-us (www.limesonline.com/canvas-maestri-di-non-violenza/22102); https://www.pewresearch.org (Stati Uniti, Washington). Anche i grandi capi militari avrebbero bisogno di questo tipo di formazione, anche perché “i generali sono spesso capaci di vincere la guerra precedente a quella che combattono” (p. 131). Oltretutto i nemici assoluti sono rari, ci sono molti nemici utili o funzionali, e il “nemico di oggi può diventare un alleato domani, o può legittimate una guerra che ha altri obiettivi oltre a quelli dichiarati” (p. 136). In ogni caso lo strumento non violento migliore è sempre l’informazione dei giornalisti investigativi: https://www.icij.org/journalists (i principali giornalisti investigativi che operano nelle varie nazioni del mondo); https://www.occrp.org/en.
Nota sui limiti degli studiosi – Nei dipartimenti di storia di quasi tutte le università occidentali il 90 per cento dei docenti studia la storia del proprio paese (intervista al Prof. Alessandro Stanziani): https://www.kriticaeconomica.com/stanziani-storia-globale (http://crh.ehess.fr/index.php?1176). P. S. Quanti storici hanno previsto la morte percepibile della vecchia e comatosa Unione Sovietica?
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