"In Europa ci sono già i presupposti per l'esplosione di un conflitto sociale. Questo è il seme del malcontento, dell'egoismo e della disperazione che la classe politica e la classe dirigente hanno sparso. Questo è terreno fertile per la xenofobia, la violenza, il terrorismo interno, il successo del populismo e dell'estremismo politico."

Uropia, una spy story che profetizza la distopia dell’Ue che verrà

di Nicola Mattei - 24 luglio 2022

Non accade quasi mai di pubblicare recensioni di libri scritti molti anni fa, a meno che non si tratti di grandi classici. Oppure di libri che, solo a posteriori, ci si accorge essere stati in qualche modo “profetici”. È questo soprattutto il caso delle distopie: quei romanzi scritti nel presente per immaginare futuri lontani o addirittura lontanissimi.

Cos’hanno allora in comune l’indipendenza della Catalogna e la sua durissima repressione da parte del governo di Madrid, l’invasione turca dei territori curdi in Siria ed Iraq, l’arresto di Julian Assange e la persecuzione di Wikileaks trattata al pari di un’organizzazione spionistica e terroristica?  Apparentemente niente. Eppure proprio un thriller distopico aveva profeticamente previsto questi avvenimenti, o quanto meno li aveva già “immaginati” con sorprendente precisione. Si tratta di Uropia. Il protocollo Maynards (Bibliotheka Edizioni, Roma 2019, 328 pp, 18€).


Uropia: la distopia targata Unione Europea

Proprio oggi, dopo che queste ed altre previsioni si sono avverate (per ciò che ne concerne vi rimandiamo direttamente alle pagine del libro) non è più possibile ignorare questo «thriller distopico sul tramonto della democrazia nell’Unione Europea nei prossimi dieci, quindici anni» come lo definisce l’autore stesso, Pietro Bargagli Stoffi. Perché l’Unione Europea del 2030 che lo scrittore descrive nel libro non è troppo diversa da quella in cui viviamo e ci stiamo accingendo a vivere.

Il quadro economico, politico e sociale è descritto con lucidità ed acume: spoliazione della sovranità dei governi e dei parlamenti nazionali a favore di strutture comunitarie sovranazionali, intrasparenti e con eclatanti deficit di rappresentatività e controllo democratico, costante espansione della sorveglianza digitale, lenta ma inesorabile erosione “legale” dei diritti civili e delle libertà personali mascherata da sacrifici necessari per affrontare uno stato di emergenza permanente, motivato da crisi successive e senza soluzione di continuità.


È in questo contesto che si svolgono le vicende umane, umanissime, dei personaggi. Uropia racconta la storia di un’Unione Europea che, a fronte di successivi fallimenti economici, politici e sociali, si trasforma in Stati Uniti d’Europa perché – contro ogni senso logico – se un fallimentare modello politico e valutario non funziona si invoca a contrario “più Europa”. I popoli e i governi nazionali finiscono per essere sostanzialmente conculcati e obbligati a cedere la sovranità ad una Commissione Europea il cui Presidente temporaneo, l’ungherese Andras Pordan, da anni attendeva l’opportunità di avere in pugno ben 30 Stati in un solo colpo.

Solo un docente di econometria, il professor Jonathan Maynards, da anni rende pubblici sul proprio blog i pericoli di una deriva antidemocratica imminente, annunciata dal corso degli avvenimenti ma non percepita dai popoli assuefatti alla propaganda, complici anche media sedotti dal fascino di un potere da cui, di fatto, è difficile separarli e distinguerli. Un traduttore italiano vicino al professore rimarrà suo malgrado travolto, con tutti quelli che gli stanno intorno, da giochi di potere oscuri e imprevedibili, esercitati da autorità in possesso di un potere in pratica – già oggi – assoluto perché in grado di colpire ovunque, in qualsiasi momento e con tutti i mezzi e le risorse di cui le istituzioni cosiddette democratiche possono disporre.

Una spy-story che profetizza l’Ue che verrà

Gli eventi, che si susseguono con ritmo crescente, sconvolgeranno per sempre il mondo quotidiano dei comuni cittadini, come noi stessi lo conosciamo, con passaggi che ci costringono a fermarci per un momento e chiederci a che punto siamo già arrivati in questo processo di cui il libro descrive solo l’epilogo. Perché se l’autore, che non è un veggente, è stato capace di scrivere certe “profezie” dovremmo chiederci anche come abbiamo fatto tutti noi a non vedere ciò che nel libro è reso perfettamente visibile, perfino vistoso.

Personaggi formidabili e memorabili, forte senso dell’amicizia e degli affetti familiari, spirito di comunità. Eventi talvolta scabrosi, talvolta romantici, talaltra divertenti che si alternano tuttavia in un vero e proprio plot thriller. Una spy-story verosimile a tal punto da perdere durante la lettura la capacità di discernere tra la finzione romanzesca e situazioni e avvenimenti reali. Quante delle “finzioni” di Uropia. Il protocollo Maynards si sono già realizzate dalla sua pubblicazione ad oggi? E quante ancora potrebbero realizzarsi ai giorni nostri e nei prossimi anni?

Sono domande che scaturiscono dalla lettura di questo libro, che non è soltanto un’opera di intrattenimento, consigliatissima per lo svago sotto l’ombrellone, ma anche e soprattutto un ritratto della nostra società come è e come sarà – o come potrebbe essere – che suggeriamo a chiunque per risvegliare quei campanelli d’allarme fisiologici che ci permettono di prepararci al peggio, o provare a combatterlo.

Nicola Mattei

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