Ecco quanto (poco)
costa un robot capace di disinformare (tanto)
Ma quanto è complicato realizzare un
software in grado di generare automaticamente discorsi così credibili da poter
essere attribuiti a personalità politiche di rilevanza internazionale? Quanto
tempo serve? E quanto denaro occorre investire?
Sono queste le tre domande principali che
hanno stimolato un’interessante ricerca realizzata da UN Global Pulse, un’iniziativa delle
Nazioni Unite che studia e promuove l’uso responsabile delle nuove tecnologie
informatiche e dei big data.
La capacità di un algoritmo di creare testi
credibili è infatti già ampiamente utilizzata per sviluppare chatbot,
riassumere testi, scrivere sceneggiature di film e, purtroppo, anche per
robotizzare la produzione di fake news veritiere.
Lo studio di UN
Global Pulse ha impiegato un software di machine learning (un
approccio di intelligenza artificiale) e l’archivio dei testi dei discorsi
pronunciati davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel periodo
1970-2015.
Gli algoritmi di intelligenza artificiale
hanno rapidamente “elaborato e appreso” tutti i testi prodotti in 45 anni di
storia politica, sulla base dei quali è stato realizzato un modello che ha
permesso di generare automaticamente testi su tre specifici argomenti: problemi
generali (ad esempio il cambiamento climatico), commenti del Segretario
Generale e discorsi caratterizzati da toni discriminatori e razzisti.
Ecco i risultati: i testi generati
automaticamente sulle problematiche generali, nel 90% dei casi, sono
paragonabili a quelli redatti dall’uomo. I ricercatori sono convinti che, con
qualche piccolo ritocco manuale, il testo prodotto dall’intelligenza
artificiale possa divenire di fatto indistinguibile da quello scritto da un
essere umano. Di qualità inferiore invece è risultata la produzione di testi
discriminatori e razzisti, ma è plausibile ipotizzare che, con un miglior
dataset, si possa migliorare facilmente la qualità del prodotto finale (ora
attorno al 50%).
Questi dati numerici relativi alla
precision sono relativamente importanti. Quello che ci interessa evidenziare
qui è invece la risposta alle tre domande iniziali. Andiamo per ordine.
Chiunque può dotarsi dell’algoritmo di
machine learning: è un software open source, senza costi e facilmente
reperibile in Rete. Idem per i testi degli ultimi 45 anni, con cui addestrare
l’algoritmo di machine learning che, in sole 13 ore, può produrre il modello in
grado di generare automaticamente i discorsi.
Infine, l’investimento per disporre della
capacità di calcolo (noleggiata su cloud) per tutte le elaborazioni sopra
descritte ha registrato un costo complessivo di 7,8 (sì, solo sette virgola
otto!) dollari americani.
Davvero un investimento limitato, se
paragonato allo sforzo necessario per comprendere se stiamo leggendo un
discorso composto da un essere umano o generato da un computer. Davvero
infinitesimale se pesiamo le possibili conseguenze in termini di
disinformazione.
Ciò detto, l’AI procede sempre di più verso
numerose applicazioni concrete, seppur con un passo abbastanza lento, come
abbiamo spesso ripetuto. Questo perché un conto è mappare i wi-fi di un’area,
altra cosa è hackerare all’istante tutti i device connessi. Ad oggi, ci
troviamo nella fase di elaborazione di modelli ed emulazione di comportamenti,
con la certezza che, seppur a passo lento, talvolta anche molto lento, non si
torna indietro.
Link originale: https://www.analisidifesa.it/2019/06/ecco-quanto-poco-costa-un-robot-capace-di-disinformare-tanto/
hallo
RispondiEliminaHallo, entschuldigen Sie die Verspätung.
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